Alimenti biologici, cosa sono e come riconoscerli

Gli alimenti biologici hanno almeno il 95% degli ingredienti che lo compongono prodotti secondo il “metodo biologico”. Scopriamoli meglio.

>  1. Che cosa sono gli alimenti biologici

>  2. Come riconoscere un prodotto di agricoltura biologica

>  3. I valori nutrizionali dei prodotti biologici

>  4. Quali differenze con il metodo tradizionale?

Alimenti biologici

Che cosa sono gli alimenti biologici

Un alimento può essere etichettato e pubblicizzato come “prodotto ottenuto con metodo biologico” quando almeno il 95% degli ingredienti che lo compongono sono stati prodotti secondo il “metodo biologico” basato sull'adozione di tecniche di coltivazione e di allevamento a ridotto impatto ambientale e quindi sottoposti alle visite ispettive previste dal sistema di controllo europeo in tutta la filiera di produzione: dai semi al confezionamento, alla vendita del prodotto sfuso.

Gli impianti di trasformazione, magazzinaggio e condizionamento devono ad esempio essere in grado di garantire che la lavorazione dei prodotti da agricoltura biologica avvenga separatamente da quelli convenzionali e di permettere la chiara identificazione e rintracciabilità delle materie prime e del prodotto finito.

L’agricoltura biologica è dunque un sistema di produzione agricola che privilegia la salute dell’uomo e dell’ambiente, nel rispetto dell’intero ecosistema rappresentando, quindi, anche un modello di sviluppo sostenibile e raggiungendo in tal modo due obiettivi:

  • un beneficio per la collettività (salute, ambiente);
  • il risparmio di risorse non rinnovabili riciclando anche rifiuti vegetali e animali, per migliorare e mantenere la fertilità del suolo.

Tutto questo perché usa le stesse varietà dell’agricoltura tradizionale, ma si distingue per il divieto d’interventi chimici di sintesi (soprattutto di una serie di fitofarmaci e fitoregolatori) e perché prevede l’uso di piante OGM sino a una soglia dello 0,9% (decisione UE del giugno 2007), come per l’agricoltura tradizionale.

Rispetto a quest’ultima si usano tecniche agricole estensive, fertilizzanti organici o sovescio e in particolare, per la difesa delle colture, sono utilizzate tecniche preventive (rotazione, consociazione, selezione di varietà resistenti, siepi come barriere fisiche agli inquinanti esterni) oppure sostanze naturali ammesse (estratti di piante, insetti che predano i parassiti, minerali per correggere il terreno).

Nell’allevamento non è ammesso l’uso di ormoni, antibiotici, altre sostanze che stimolano la crescita o la produzione di latte, mentre sono ammessi il pascolamento libero, l’allevamento estensivo, l’attenzione al benessere degli animali (ambienti e ricoveri salubri, trasporti brevi e non faticosi, evitato l’uso di calmanti, macellazione limitando la tensione, ecc), dieta equilibrata con alimenti da agricoltura bio, preferenza delle razze autoctone, ecc.

 

Come riconoscere un prodotto di agricoltura biologica?

Nelle etichette stampate a partire dal 1° luglio 2010 è riprodotto il nuovo “logo di produzione biologica dell’Unione Europea”, il quale deve presentare le caratteristiche di cui al regolamento (UE) 271/2010.
L’etichetta deve riportare, oltre alle diciture minime di legge previste per tutti gli alimenti, specifiche indicazioni:

  1.  “Prodotto ottenuto con metodo di produzione biologica” oppure “Prodotto da agricoltura biologica” oppure “… in conversione all’agricoltura biologica” (solo per prodotti vegetali);
  2. controllato da (nome dell’organismo di controllo espressamente autorizzato dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali) ed estremi dell’Aut. Min. (n. ______________ del __/__/____);
  3. codice identificativo del lotto (16 caratteri: IT – sigla dello stato in cui avviene la certificazione _ _ _ – sigla dell’organismo di controllo _ _ _ _ – sigla dell’operatore biologico F/T – prodotto fresco o trasformato _ _ _ _ _ _ – numero identificativo dell’etichetta);
  4. logo comunitario per l’etichettatura dei prodotti ottenuti da agricoltura biologica (che però è facoltativo).

 

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I valori nutrizionali dei prodotti biologici

Molte incertezze permangono ancora oggi in merito alla qualità dei prodotti da agricoltura biologica. I risultati degli studi presenti in letteratura condotti su quest’argomento sono spesso contrastanti: a fronte di esperienze che indicano come il metodo di agricoltura biologica non implichi un miglioramento del valore nutrizionale dei prodotti agricoli, altre hanno evidenziato un loro maggiore contenuto in sostanza secca (meno acqua), una maggiore presenza di alcune vitamine (come la C e talvolta la E), di sali minerali e in particolare di antiossidanti.

In sintesi si potrebbe dire che la maggiore qualità dei prodotti biologici non è in relazione al contenuto in macronutrienti ma è dovuta alla minore presenza di contaminanti chimici e al maggior contenuto di alcuni micronutrienti e antiossidanti (soprattutto carotenoidi e flavonoidi).

L’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN) ha rilevato una superiorità nutritiva per esempio nelle pesche, nelle mele e nei kiwi biologici che presentano una consistenza maggiore e contengono una maggiore quantità di sostanze nutritive e antiossidanti quali zuccheri naturali, vitamina C, beta-carotene e polifenoli. Inoltre i pomodori studiati indicano che la qualità del terreno sia un fattore chiave ma non il solo: per esempio la polpa dei frutti bio contiene meno acqua e presenta dunque una concentrazione di nutrienti più elevata.

Certo se inoltre consideriamo che l’assenza di pesticidi nella frutta e verdura biologica ci consente di poter utilizzare anche la buccia con tutta sicurezza e che è proprio nella buccia dei vegetali che si concentra la maggior quantità di vitamine e di composti bioattivi, questo ci può far pensare.

Un'altra caratteristica nutrizionale è che nei prodotti trasformati, ottenuti da agricoltura biologica, sono ammessi solo additivi, eccipienti e coadiuvanti provenienti da agricoltura biologica oppure, se tecnologici, solo quelli ritenuti innocui dalla commissione UE (ad esempio acido citrico, acido ascorbico, anidride solforosa), indicati in liste apposite.

Tra gli aromi è ammesso esclusivamente l’impiego di sostanze aromatizzanti naturali mentre è vietato l’impiego di coloranti di sintesi e di qualsiasi ingrediente ottenuto o derivato da OGM.

 

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Quali differenze con il metodo tradizionale?

Le quattro differenze con il metodo di produzione tradizionale si possono riassumere nel non utilizzo di:

  • concimi chimici che a lungo andare impoveriscono le piante di sostanze come proteine e oligoelementi (concimi azotati), magnesio e sali minerali (concimi potassici), vitamine (concimi fosfatici);
  • pesticidi/fitofarmaci che sono accusati di abbassare le difese organiche, provocare allergie e danneggiare la trasmissione degli impulsi nervosi;
  • conservanti e coloranti che sono sospettati di provocare cancro (nitriti, nitrati, benzoati), di essere irritanti (anidride solforosa), di causare allergie, stati d’irrequietezza, difficoltà di apprendimento ed elevare il tasso di colesterolo negli adolescenti;
  • manipolazione genetica i cui rischi sono cancerogenesi, alterazione dell’ecosistema e altri effetti imprevedibili.

Se comunque da un lato abbiamo una bassa produttività, sensibilità ai parassiti, aumento della presenza di micotossine dei prodotti alimentari ottenuti con metodo biologico rispetto a quelli tradizionali, dall’altro il prodotto alimentare ottenuto con questo metodo garantisce un minor impiego di prodotti fitosanitari e quindi una minor presenza di residui negli alimenti portando a un benessere della collettività e al benessere degli animali.

 

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