Carenza di vitamina K: sintomi, cause, alimentazione

La carenza di vitamina K può dipendere da disfunzioni dell'apparato gastrointestinale o dall'abuso di medicinali, e si presenta con sintomi quali nausea, affaticamento, fragilità ossea e sangue dal nasoScopriamo le cause, le conseguenze e gli alimenti per integrarla.

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Carenza di vitamina K

 

 

I sintomi della carenza di vitamina K

La vitamina K è un fattore indispensabile per l'uomo, in quanto è preposta al buon funzionamento delle proteine contenute nell’organismo.

La carenza di vitamina K è molto rara, in quanto, nei soggetti sani, viene prodotta dalla flora batterica intestinale. Tuttavia, nei casi in cui vi fosse una reale carenza di vitamina K, il corpo potrebbe reagire con sintomi quali: sangue da naso o sanguinamento eccessivo e riduzione della densità ossea con conseguente rischio di fratture e fragilità, proprio per il ruolo importante che riveste nella produzione di proteine quali l’osteocalcina.

Altri sintomi relativamente più lievi possono essere affaticamento, sonno agitato, nausea, colite. I neonati sono particolarmente a rischio di carenza di vitamina K nei primi giorni della loro vita e manifestano sintomi quali anemia emolitica, ittero, sindrome emorragica.

 

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Le cause 

La carenza di vitamina K nell'adulto è abbastanza rara e solitamente causata da disfunzioni dell'apparato gastrointestinale o da abuso di medicinali, come antibiotici o anticonvulsivanti.

Molti veleni per topi contengono composti che intervengono con la vitamina K portando a emorragia letale. I derivati della Cumarina come Warfarina e dicumarolo interferiscono con il riciclaggio della vitamina K.

La carenza di vitamina K può essere anche ricondotta a una ridotta secrezione della bile o a malattie epatiche. Anche le malattie intestinali possono influire sul suo cattivo assorbimento; oltre a questi fattori scatenanti, vi possono essere anche le radiazioni da raggi X, l'aspirina, l'inquinamento industriale, sulfamidici, i fluidificanti del sangue o anticoagulanti.

L'eparina, un antifermentante contenuto nei cibi, è ugualmente antagonista della vitamina K. Nei bambini, la carenza di vitamina K è dovuta a un modesto trasporto attraverso la placenta e alla sterilità dell’intestino nei primi giorni di vita.

 

Come integrare la carenza di vitamina K con l'alimentazione

La vitamina K si può facilmente assumere attraverso l’alimentazione. Le verdure come lattuga, broccoli, spinaci, cavolfiori, cavolo, cavolini di Bruxelles, cime di rapa ne sono ricche; frutta, pinoli, kiwi e frutta secca, latte e latticini, cereali in genere ne sono meno ricchi.

Se lo si considera un alimento, è contenuta anche nel fegato animale. I cibi che aiutano l’intestino nella produzione di vitamina K sono lo yogurt e il kefir, che migliorano la flora batterica intestinale.

 

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