Alimentazione per vomito: cosa mangiare dopo aver vomitato
Dopo aver vomitato, è importante reintrodurre gradualmente cibi e liquidi per evitare irritazioni allo stomaco e favorire il recupero. Inizialmente, è consigliabile bere piccoli sorsi d'acqua o soluzioni reidratanti per prevenire la disidratazione. Si può poi introdurre cibo leggero e facilmente digeribile, come cracker, riso bianco, patate lesse, pane tostato, banane e mele cotte. Evitare cibi grassi, piccanti, acidi o troppo zuccherati, poiché possono irritare lo stomaco. Anche il tè allo zenzero o la camomilla possono aiutare a calmare il sistema digestivo.
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Il vomito, ossia l’espulsione forzata del contenuto gastrico tramite involontarie contrazioni dei muscoli addominali, va distinto dal rigurgito, emissione del contenuto dello stomaco che non si associa a contrazioni forzate della muscolatura addominale. Una dieta corretta e una giusta igiene alimentare aiutano a prevenire il vomito ed alleviarne i sintomi. Scopriamo meglio l'alimentazione per il vomito.
2. Cosa mangiare dopo aver vomitato?
3. Cosa non mangiare dopo aver vomitato
4. Non solo alimentazione: l'idratazione
5. Come alleviare il malessere: 5 consigli
Sintomi e cause del vomito
Il vomito è un sintomo comune a diverse patologie e può essere considerato parte di un meccanismo di difesa dell’organismo che consente l’emissione di sostanze potenzialmente dannose.
Le cause più comuni di vomito acuto sono di natura infettiva, principalmente gastroenteriti virali, ma anche, seppure meno comunemente, infezioni urinarie, otiti medie ed epatiti.
Un’altra causa comune di vomito è l’ingestione di alimenti poco cotti o conservati male. Cause meno frequenti di vomito acuto sono le malattie gastrointestinali acute, per esempio pancreatite, colecistite, coliche biliari, e alcune patologie neurologiche.
Il vomito accompagnato a nausea è un disturbo piuttosto frequente nei primi mesi di gravidanza. Esistono, infine, farmaci che possono avere come effetto collaterale il vomito: chemioterapici, FANS, oppiacei, farmaci cardiologici, molti antibiotici ed ipoglicemizzanti orali, famaci neurologici, cerotti di nicotina.
Anche le cause di vomito cronico possono essere diverse e riguardare svariati organi e apparati. Per esempio, il vomito cronico può essere sintomo di reflusso gastroesofageo, cattiva digestione, celiachia, ulcera peptica, patologie del fegato e delle vie biliari, ma anche malattie neurologiche, ormonali, cardiologiche, psichiatriche e neoplastiche.
Il vomito dunque è un sintomo aspecifico, cioè è comune a moltissime patologie e condizioni, e quindi, soprattutto in caso di vomito cronico, per comprendere l’origine, occorre fare alcuni, o talvolta anche molti, esami medici. In tutti i casi, una corretta alimentazione può alleviare il sintomo.
Cosa mangiare dopo aver vomitato
Una dieta corretta e una giusta igiene alimentare aiutano a prevenire il vomito ed alleviare il sintomo quando questo è già presente. Per prevenire il vomito con l’alimentazione occorre, prima di tutto, prevenire le condizioni e le patologie che possono causarlo, sono importanti quindi:
- Una corretta igiene alimentare. Conservare sempre bene i cibi, consumare subito quelli decongelati e non ricongelare mai una seconda volta gli alimenti previene le intossicazioni alimentari.
- Un’alimentazione equilibrata e senza eccessi. Mangiare in maniera sana, senza eccedere in grassi animali e zuccheri semplici aiuta a prevenire molte malattie a carico di stomaco e intestino che possono causare vomito e altri sgradevoli sintomi.
Come mangiare, invece, in caso di vomito acuto?
Dopo un episodio di vomito, è essenziale ripristinare gradualmente l'equilibrio idro-elettrolitico e la funzione gastrointestinale per prevenire ulteriori irritazioni. Inizialmente, la reidratazione deve essere prioritaria, utilizzando piccole quantità di acqua o soluzioni elettrolitiche orali (ORS), ricche di sodio, potassio e glucosio, per correggere eventuali deficit elettrolitici e prevenire la disidratazione. È fondamentale evitare bevande zuccherate o gassate, poiché il loro contenuto in zuccheri semplici e gas può peggiorare il reflusso gastrico e stimolare ulteriori episodi di vomito.
Una volta che la tolleranza ai liquidi è stata ristabilita, si consiglia di passare a una dieta a basso residuo e facilmente digeribile. La dieta BRAT (banane, riso, purea di mele e pane tostato) è frequentemente utilizzata in questa fase, poiché questi alimenti sono poveri di fibre e pectine, riducendo lo stimolo peristaltico intestinale e minimizzando l'irritazione della mucosa gastrica. Anche alimenti come patate bollite, carote cotte, pollo senza pelle o pesce magro al vapore possono essere introdotti in piccole quantità, fornendo proteine facilmente digeribili e un basso contenuto di grassi, che aiutano a ridurre il rischio di nausea o disturbi digestivi.
Gli alimenti ricchi di grassi, acidi o altamente speziati dovrebbero essere evitati, poiché aumentano la secrezione acida gastrica e rallentano lo svuotamento gastrico, ritardando il recupero e potenzialmente innescando nuovi episodi di vomito. Studi clinici suggeriscono che sostanze come lo zenzero, noto per le sue proprietà antiemetiche, o tisane a base di camomilla e menta possono contribuire a ridurre il riflesso emetico attraverso l'inibizione della trasmissione serotonergica nei centri del vomito.
Il reinserimento graduale di alimenti solidi dovrebbe avvenire solo quando la sintomatologia nausea e vomito è completamente risolta, prestando attenzione alla risposta dell'organismo per evitare una sovrastimolazione del tratto gastrointestinale già compromesso.
Cosa non mangiare dopo aver vomitato
Dopo un episodio di vomito, è cruciale evitare alimenti che possano aggravare l’irritazione della mucosa gastrica o prolungare il recupero gastrointestinale. Gli alimenti ad alto contenuto di grassi, come cibi fritti o prodotti lattiero-caseari ricchi di grassi, devono essere evitati poichè rallentano lo svuotamento gastrico, aumentando la probabilità di nausea e reflusso. Allo stesso modo, cibi altamente acidi come agrumi, pomodori e bevande a base di caffeina o gassate, possono stimolare una maggiore secrezione di acido gastrico, irritando ulteriormente lo stomaco e peggiorando i sintomi.
Gli alimenti piccanti, contenenti capsaicina, sono da evitare poiché la capsaicina può alterare l'integrità della mucosa gastrica, esacerbando il dolore addominale e il rischio di vomito. Inoltre, l'assunzione di zuccheri semplici, come quelli presenti in dolci e bevande zuccherate, può aumentare la fermentazione intestinale e la produzione di gas, peggiorando il gonfiore e il disagio addominale. Anche alimenti ricchi di fibre insolubili, come cereali integrali, verdure crude e legumi, dovrebbero essere temporaneamente evitati poiché possono aumentare la motilità intestinale, aggravando eventuali sintomi di diarrea post-vomito.
In sintesi, è opportuno evitare cibi che richiedono un’elevata attività digestiva o che stimolano eccessivamente la produzione di acido gastrico, per minimizzare l'irritazione del tratto gastrointestinale già compromesso e favorire un recupero più rapido.
Non solo alimentazione:l'idratazione
Dopo un episodio di vomito, l'idratazione è fondamentale per il recupero, poiché il vomito causa la perdita significativa di liquidi ed elettroliti essenziali come sodio, potassio e cloruro. Questi elettroliti sono cruciali per mantenere l'equilibrio osmotico e il corretto funzionamento cellulare. Studi clinici dimostrano che il ripristino tempestivo dei fluidi tramite soluzioni reidratanti orali (ORS) aiuta a prevenire la disidratazione e le complicanze metaboliche associate, come l'iponatriemia o l'ipokaliemia. Bere piccoli sorsi di acqua, tè leggero o soluzioni elettrolitiche in quantità frazionate è raccomandato per evitare di sovraccaricare lo stomaco e stimolare nuovi episodi di nausea. È essenziale evitare bevande gassate o zuccherate, poiché possono aumentare la produzione di gas o causare iperosmolarità, aggravando il malessere. Un'adeguata idratazione supporta inoltre la funzione renale, promuovendo l'eliminazione di tossine e riducendo lo stress sull'apparato gastrointestinale.
Come alleviare il malessere: 5 consigli
Alleviare il malessere post-vomito richiede un approccio olistico che tenga conto di diversi fattori fisiologici.
Primo, riposo e relax sono cruciali: il vomito attiva il sistema nervoso autonomo, in particolare il sistema simpatico, e riposare aiuta a riequilibrare il corpo, riducendo la sensazione di nausea.
Secondo, la reidratazione graduale è fondamentale: bere piccoli sorsi di soluzioni elettrolitiche o acqua ogni 10-15 minuti previene la disidratazione senza sovraccaricare lo stomaco.
Terzo, l'uso di zenzero (fresco o in tisane) è supportato da studi clinici per le sue proprietà antiemetiche, poiché inibisce la serotonina nelle vie afferenti del centro del vomito.
Quarto, mantenere una postura elevata o seduta durante e dopo i pasti può ridurre il reflusso gastroesofageo e facilitare lo svuotamento gastrico, minimizzando il rischio di nuovi episodi di vomito.
Quinto, è consigliato evitare stimoli sensoriali forti, come odori intensi o suoni eccessivi, poiché possono stimolare il nervo vago e riattivare la risposta emetica. Questi accorgimenti, scientificamente supportati, aiutano a gestire efficacemente il malessere e a promuovere una più rapida guarigione.