Kumquat: proprietà, benefici, come si mangia

Il kumquat, o mandarino cinese, è un piccolo agrume dal gusto dolce-acidulo, consumabile interamente con la buccia. Ricco di vitamina C, antiossidanti e minerali, supporta il sistema immunitario, la digestione e la salute della pelle

kumquat

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Descrizione del frutto

Il Kumquat, o mandarino cinese, è un agrume ricco di oli essenziali, utile per il sistema immunitario, le vie respiratorie e il sistema nervoso.  Non tutti gli agrumi appartengono al genere Citrus, il kumquat, chiamato talvolta mandarino cinese o fortunella, appartiene al genere Fortunella e produce frutti arancioni (talvolta giallo paglierino o verdastri) ed oblunghi, simili in tutto e per tutto agli agrumi del genere Citrus, del quale ha fatto parte fino al 1915.

Ha portamento arbustivo e produce spine e fiori del tutto simili a quelli degli altri agrumi. La buccia dei suoi frutti ha odore d'agrume e rassomiglia esternamente a quella dell'arancia dolce, ma ha la caratteristica di essere fusa con la polpa, in modo da non poter essere sbucciata.

È succoso, dolce ma fortemente aromatico per via dei numerosi oli essenziali contenuti. Come gran parte degli agrumi proviene dal Sudest asiatico, tra il sud della Cina e le isole indonesiane.

 

Benefici del kumquat 

Il kumquat è un frutto piccolo ma ricco di proprietà benefiche. Grazie all’elevato contenuto di vitamina C e antiossidanti, rafforza il sistema immunitario e contrasta lo stress ossidativo. La presenza di fibre favorisce la digestione e il benessere intestinale, mentre gli oli essenziali conferiscono proprietà antimicrobiche e antinfiammatorie. Inoltre, minerali come ferro, calcio e manganese contribuiscono alla salute delle ossa e del sistema nervoso. 

 

Calorie, valori nutrizionali e proprietà del kumquat

Il kumquat contiene 71 kcal ogni 100 g.

Inoltre, 100 g di prodotto contengono:

  • Grassi 0.9 g
  • Colesterolo 0 mg
  • Sodio 10 mg
  • Potassio 186 mg
  • Fibre 7 g
  • Zucchero 9 g
  • Proteine 1.9 g

Abbiamo già accennato alla forte aromaticità del frutto e alla sua ricchezza di oli essenziali; il principale olio è in assoluto il limonene, seguito dall'alfa-pinene, dall'alfa-bergamotene, dall'alfa-muurolene, dall'alfa e beta-cariofillene, e da vari composti carbonilici e terpenoidi (come il citronellolo o il nerolo) che conferiscono al frutto il suo gusto unico.

Grazie a questa ricchezza unica in natura (alcuni di questi composti sono estremamente rari nelle sostanze organiche naturali), il kumquat ha numerose proprietà: antimicrobico e antibatterico, antinfiammatorio, antitumorale, eccellente contro gli agenti patogeni che attaccano la pelle, fortemente antiossidante grazie alla vitamina C e ai numerosi fenoli bioattivi.

È appunto estremamente ricco di vitamina C, ma contiene anche acido pantotenico, riboflavina e acifo folico. È una buona fonte di oligoelementi, soprattutto di ferro, manganese e calcio.

 

Controindicazioni del kumquat

Il kumquat non deve essere mangiato in caso di trattamenti farmaceutici poiché interagisce con le medicine, spesso inibendo il potere delle stesse.

 

Curiosità

  • Vengono ugualmente chiamati kumquat i frutti (quasi identici in tutto) di diverse specie: il Fortunella japonica (più rotondo), il Fortunella margarita (più ovale), il Fortunella obovata (talvolta di più colori), il Fortunella hindsi (con frutti più piccoli) ed altre minori. 
  • C'è una coincidenza riguardo l'origine del nome “fortunella”: esso deriva dal botanico Rober Fortune che per prima li portò in Europa ma, casualmente, la traduzione del nome cantonese del frutto è “buona fortuna dorata”.
  • In Asia è particolarmente amato il chutney di kumquat.

 

Come si mangia il kumquat

Il kumquat maturo ha pochissime o nessuna traccia di verde sulla buccia ed è morbido. Riguardo al rapporto dolcezza-asprezza si crede che le varietà tondeggianti siano più dolci mentre quelle oblunghe virino più sull'aspro, per via dei maggiori livelli di limonene. La buccia è sottile e si può facilmente graffiare, perciò è sempre bene evitare frutti con taglietti e macchie.

La buccia deve essere omogenea e non avere parti lisce e traslucide, segno di eccessiva maturazione e di fermentazione. Il frutto va ben lavato perché si mangia con tutta la buccia e, paradossalmente, è proprio nella buccia che si concentra la dolcezza mentre i succhi ricchi di terpeni risiedono negli spicchi.

Oltre al consumo fresco si riporta l'uso di farne confettura, di candirli con tutta la buccia, di produrne liquori o di usarli per gelati e granite.