Cibi probiotici: quali sono e quando assumerli
I probiotici si trovano nei cibi fermentati quali tè kombucha, miso, kefir, tempeh e crauti. Per beneficiare delle proprietà dei probiotici sulla nostra tavola non devono mai mancare quindi yogurt, formaggi fermentati e prodotti da forno derivati dalla pasta acida. Quali sono i cibi probiotici e come integrarli nella dieta.
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A cura di Cinzia Zedda, Naturopata Iridologa
I probiotici sono sostanze benefiche per l’organismo. Tutti almeno una volta nella vita li abbiamo consumati come fermenti nello yogurt o come integratore per risollevare l’organismo e irrobustirlo dopo l’influenza. Ma approfondiamo insieme perché i probiotici fanno bene e quando devono essere assunti.
Cosa sono i probiotici
I probiotici sono organismi vivi e necessari per il benessere dell’organismo. Sono conosciuti e utilizzati più che altro per la capacità di ricolonizzare l’intestino dopo l’utilizzo di medicinali e antibiotici. In realtà la loro presenza è essenziale nelle persone che hanno un sistema immunitario delicato, per aiutare le funzioni digestive o le infiammazioni intestinali.
Agiscono indirettamente sulla salute della pelle e dei capelli donando luminosità e lucentezza, sintomo di salute e benessere generale dell’organismo. Quando i capelli o la pelle risultano spenti o opachi non dobbiamo limitare le nostre attenzioni a soluzioni solo di tipo cosmetologico come creme, impacchi e shampoo specifici, ma bensì dobbiamo agire dall’interno chiedendo aiuto proprio ai nostri amici probiotici.
Queste sono solo alcune delle situazioni in cui possiamo ricorrere al loro utilizzo con successo.
I bambini piccoli che si ammalano spesso e verso i quali risulta difficile un trattamento con altri preparati anche se di tipo naturale possono tranquillamente assumerlo senza controindicazioni. Non a caso la prima colonizzazione nell’intestino del neonato avviene attraverso la prima poppata con il latte materno. Il parere del pediatra però è sempre gradito prima di prendere qualsiasi iniziativa.
In sostanza i probiotici sono microrganismi naturali compatibili con quelli contenuti fisiologicamente nell’intestino e che per definirsi tali devono sottostare a determinate caratteristiche. Non tutti i fermenti sono definibili come “ probiotici” per qualità e azione. Una qualità fondamentale infatti è la capacità che questi devono avere nei confronti dei batteri patogeni di eliminarli e di riequilibrare il sistema che regola tutto l’intestino nella sua complessità.
Inoltre ciò che li rende davvero degni di essere chiamati probiotici è la resistenza ai succhi gastrici per poter raggiungere intatti l’intestino crasso (caratteristica che invece viene a mancare con lo yogurt).
A differenza di quanto viene spesso detto non è affatto necessario assumere miliardi e miliardi di micro organismi probiotici per avere degli effetti benefici. Gli integratori naturali di probiotici a disposizione sul mercato sembra che facciano a gara a chi ne possiede di più. Teniamo ben presente che essi vengono comunque distrutti e “mangiati” strada facendo da altri batteri e micro organismi.
Questo è il complesso sistema della flora batterica intestinale dove anche qui come in ogni altro frangente vige” la legge del più forte”. Siamo di fronte a una legge naturale dove gli squilibri e gli equilibri si armonizzano in modo naturale; “batteri buoni” che vincono su “quelli cattivi” e viceversa ma che in situazione eubiotica, quindi ottimale o normale, convivono in modo pacifico.
I probiotici hanno la capacità di moltiplicarsi da soli e grazie anche ai prebiotici che sono il loro nutrimento, crescono e diventano produttivi (i probiotici sono in grado di produrre vitamine). Per questo motivo ne bastano poche centinaia.
Neanche l’utilizzo prolungato di antibiotici è in grado di distruggere totalmente la flora batterica ma possono tuttavia creare notevoli squilibri. I probiotici servono per ripristinare l’equilibrio in tempi più brevi di quel che farebbe da solo l’organismo a vantaggio della nostra salute (l’intestino disbiotico infatti non è in grado di proteggerci dalle malattie).
Nei probiotici distinguiamo i seguenti ceppi: i bifidobatteri, gli eubatteri (i meno conosciuti) e i lactobacilli di cui il più noto è l’acidophilus. Quest’ultimo si rivela efficacissimo se utilizzato dopo la terapia antibiotica e per riequilibrare il ph in caso di candidosi.
I fermenti lattici vivi: a cosa servono e quando assumerli
Quando l’organismo ha bisogno dei probiotici?
L’azione più grande è quella che esercitano sull’intestino. Un intestino sano è indice di un corpo sano e forte. Si è ormai riscoperto il ruolo non più secondario dell’intestino e che ben il 70% del sistema immunitario si forma proprio ”laggiù”.
Non utilizziamo in modo casuale o superficiale i probiotici. Ogni parte dell’intestino ha un ph diverso, adatto a un ceppo specifico e ogni disturbo deve essere integrato con il tipo di probiotico giusto. Il rischio è quello di peggiorare il problema o che peggiorino i gonfiori addominali aumentando il disagio e la disbiosi.
Quando l’intestino ha bisogno dei probiotici? Sicuramente in tutte quelle situazioni dove si presentano stanchezza ingiustificata, facilità ad ammalarsi (sistema immunitario fragile) e laddove vi siano difficoltà digestive e infiammazioni del cavo orale.
La somministrazione di probiotici si rivela utile ed efficace nel trattamento della candida, nel caso di un’alimentazione disordinata, in caso di stress e tensioni psicofisiche. Ma non solo. Nel trattamento della psoriasi e di altre patologie cutanea come anche la vitiligine o altre discromie cutanee l’uso di probiotici può essere un buon coadiuvante da aggiungere al protocollo classico.
Una buona abitudine da conservare è quella di tenere sempre una confezione di probiotici in casa e da prendere ogni volta che si ricorre all’uso di farmaci (anche se si tratta di una semplice pasticca per il mal di testa) o di antibiotici. I probiotici sono un valido aiuto nei problemi intestinali e necessari dopo aver effettuato una buona pulizia intestinale o l’idrocolon terapia.
Cibi probiotici
I probiotici si trovano nei cibi fermentati (the kombucha, miso, kefir, tempeh e crauti). Sulla nostra tavola non devono mai mancare yogurt, formaggi fermentati e prodotti da forno derivati dalla pasta acida e ovviamente nei fermenti lattici reperibili in farmacia. Vediamo altri cibi probiotici:
- Il the kombucha è una bevanda fermentata ottenuta da colture di batteri, funghi e lieviti, aceto di mele e zucchero. Al termine del processo di fermentazione viene miscelata con due varietà di the (quello nero e quello verde). Questa bevanda è consumata sin dai tempi più antichi in Cina dove le vengono attribuite virtù terapeutiche eccezionali, tali da essere considerata “ miracolosa e curativa”.
- Il miso (reperibile nelle erboristerie più fornite e nei negozi specializzati in vendita di prodotti biologici) è invece una pasta fermentata ottenuta dai fagioli gialli. È piuttosto saporita ed è alcalinizzante. Al miso è attribuita la proprietà di aiutare l’intestino a rimuovere le incrostazioni e a riattivare la peristalsi. In commercio ne troviamo diversi tipi (quello di riso, d’orzo ecc). Si utilizza prevalentemente nella cucina macrobiotica ma per le sue virtù viene ormai usato da chiunque abbia difficoltà digestive (contiene enzimi) o chi ha un’alimentazione carente di vitamine e Sali minerali.
- Il kefir è una bevanda fermentata simile allo yogurt. È apprezzato per il buon contenuto di minerali come il calcio, il magnesio, lo zinco e il fosforo. Non mancano le preziose vitamine del gruppo B e un nutrito battaglione di amminoacidi. Ha la proprietà di stimolare il sistema immunitario e di regolarizzare l’intestino.
- I crauti sono il risultato della fermentazione del cavolo cappuccio. Ne emerge un buon quantitativo di vitamina C, poche calorie (circa 25 per cento grammi di prodotto) e fibre benevole per un buon transito intestinale. L’accoppiata con i wurstel lo rendono un piatto molto appetibile ma meno salutare.
- Il tempeh è un lavorato della soia gialla fermentata. Il gusto molto particolare ricorda quello del sottobosco (funghi e noci). La fermentazione ne garantisce la massima digeribilità. È un alimento necessario nell’alimentazione del vegano perché contiene fonti apprezzabili di omega tre e soprattutto di B12 altrimenti difficile da reperibile.
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