Glutatione, proprietà e benefici
Il glutatione è una molecola prodotta dal nostro corpo che serve a detossificare l’organismo da sostanze in grado di danneggiare le cellule.
Credit foto
©liliya4 - 123rf
- Glutatione, cos'è
- A cosa serve il glutatione
- Glutatione e menopausa
- Alimenti che contengono glutatione
- Integratori di glutatione, quando assumerli
- Controindicazioni del glutatione
Glutatione, cos’è
Il glutatione è un derivato amminoacidico, per la precisione un tripeptide contenente un gruppo solfidrilico.
Il glutatione è dunque composto da tre amminoacidi, glicina, cisteina e glutammato, e da un gruppo tiolico, contenente zolfo.
Si tratta di una molecola prodotta dal nostro organismo e che svolge un ruolo essenziale nei processi di detossificazione, poiché in grado di reagire con sottoprodotti metabolici particolarmente dannosi come il perossido di idrogeno.
Nel metabolismo cellulare il glutatione passa ciclicamente dalla sua forma ridotta (GSH) alla forma ossidata (GSSG).
Nella reazione che converte il perossido di idrogeno in acqua - reazione catalizzata dall’enzima glutatione perossidasi, che usa come cofattore il selenio - il glutatione passa dalla sua forma ridotta a quella ossidata; dopodiché torna alla sua forma ridotta grazie all’enzima glutatione reduttasi.
A cosa serve il glutatione
Il glutatione, come anticipato, è essenziale nei processi di detossificazione dell’organismo perché consente di inattivare il perossido di idrogeno, molecola che appartiene alla famiglia dei ROS, cioè le specie reattive dell’ossigeno.
Le specie reattive dell’ossigeno sono prodotte dal nostro corpo nel metabolismo ossidativo e si formano in seguito alla parziale riduzione dell’ossigeno molecolare.
All’interno delle cellule, le specie reattive dell’ossigeno si formano continuamente come prodotti collaterali del metabolismo aerobico o in seguito all’assunzione di farmaci, all’esposizione a inquinanti o quando il livello di antiossidanti nelle cellule diminuisce.
Inizialmente, dall’ossigeno si forma superossido, convertito poi in perossido di idrogeno da un enzima noto come superossido dismutasi.Successivamente il perossido di idrogeno può essere trasformato in composti innocui grazie all’intervento di altri due enzimi, la catalasi o la glutatione perossidasi.
Perché il nostro corpo disattiva i ROS? Perché queste molecole sono causa di stress ossidativo, una condizione che può danneggiare proteine, lipidi, DNA, portando alla morte delle cellule.
I ROS sono infatti coinvolti nell’insorgenza di molte malattie infiammatorie e tumori, oltre che nell’invecchiamento prematuro.
Per combattere lo stress ossidativo e mantenere il normale stato ridotto della cellula, il nostro organismo ha a disposizione alcune armi, tra cui il glutatione ridotto.
Il glutatione ridotto reagisce con i ROS disattivandoli, ossidandosi al posto di altre molecole e prevenendo così danni alla cellula.
Nella via dell’ascorbato-glutatione, il perossido di idrogeno viene detossificato grazie a una serie di reazioni in cui sono coinvolti glutatione e acido ascorbico, oltre a diversi enzimi.
Dove si trova il glutatione? Questa molecola si trova praticamente in tutte le cellule ma è particolarmente importante all’interno dei globuli rossi e nel fegato, per proteggere eritrociti ed epatociti dallo stress ossidativo.
Il glutatione ossidato viene infatti ridotto grazie a un coenzima, il NADPH, che si genera in una via metabolica nota come via del pentosio fosfato, grazie all’intervento di un enzima chiamato glucosio 6-fosfato-deidrogenasi. Il NADPH fornisce gli elettroni al glutatione ossidato, che verranno poi utilizzati per ridurre il perossido di idrogeno.
Le cellule con concentrazioni ridotte di glucosio 6-fosfato deidrogenasi sono particolarmente sensibili allo stress ossidativo.
Tale stress risulta peggiore negli eritrociti o globuli rossi, poiché tali cellule sono prive di mitocondri e dunque dipendono completamente dalla via del pentosio fosfato per il rifornimento di NADPH, poiché non hanno a disposizione mezzi alternativi per generare potere riducente.
Glutatione e menopausa
Spesso gli integratori antiossidanti, tra cui rientrano anche gli integratori di glutatione, vengono consigliati in menopausa per ridurre sintomi come vampate di calore, disturbi del sonno e dell’umore e aumento di peso.
In realtà assumere glutatione in menopausa può aiutare a contrastare lo stress ossidativo che, con l’avanzare dell’età aumenta. Le sostanze antiossidanti sono infatti utili per rallentare il fisiologico processo di invecchiamento.
Il glutatione non è però l’unico antiossidante su cui possiamo fare affidamento in menopausa e non solo: la frutta e la verdura e in generale gli alimenti di origine vegetale sono ricchi di antiossidanti come flavonoidi, vitamina C, carotenoidi, licopene e resveratrolo.
Alimenti che contengono glutatione
Il glutatione, in quanto molecola prodotta nel metabolismo degli esseri viventi animali e vegetali, è presente praticamente in ogni alimento. A prescindere da quali alimenti contengono questa molecola, il problema del glutatione nei cibi è la sua scarsa biodisponibilità.
Per questo motivo, per aumentare la quantità di glutatione, in genere viene consigliato di consumare alimenti che forniscano i precursori amminoacidici e minerali del glutatione nonché selenio, cofattore dell’enzima glutatione perossidasi.
In linea generale, per un’adeguata sintesi del glutatione è sufficiente una dieta varia ed equilibrata. Un’alimentazione ricca di cibi sani, soprattutto di origine vegetale, non fornisce solo precursori del glutatione ma anche altre sostanze antiossidanti presenti e dispobibili nella frutta e nella verdura.
Integratori di glutatione, quando assumerli
Gli integratori di glutatione possono essere assunti per aumentare le difese antiossidanti dell’organismo. Ad esempio, si può ricorrere all’integrazione di glutatione e di altri composti antiossidanti per contrastare l’invecchiamento cellulare, che aumenta con l’avanzare dell’età.
L’assunzione di glutatione è consigliata anche in caso di determinate patologie come:
- Diabete;
- HIV;
- aterosclerosi.
Poiché esistono farmaci che possono ridurre le scorte di glutatione, potrebbe aver senso una sua integrazione quando si seguono determinate terapie. Ultimamente abbiamo sentito spesso parlare di glutatione associato al covid, poiché la terapia consigliata in caso di coronavirus includeva il paracetamolo, principio attivo della tachipirina.
Che legame c’è tra glutatione e tachipirina? In pratica, come avviene per qualsiasi principio attivo, anche il paracetamolo viene metabolizzato nel fegato.
Il glutatione nel fegato è particolarmente rappresentato e serve a proteggere le cellule epatiche dall’azione tossica delle molecole metabolizzate, tra cui i principi attivi dei farmaci.
Nella detossificazione epatica, il glutatione si lega ai metaboliti tossici ma, poiché non si rigenera facilmente, una buona parte è eliminata.
Un eccesso di sostanze tossiche a livello epatico può ridurre i livelli di glutatione danneggiando gli epatociti: questo è il motivo per cui il sovraddosaggio di paracetamolo può provocare danni al fegato, nonché il motivo per cui il glutatione iniettabile, cioè il glutatione intramuscolo o per via endovenosa è un antidoto contro l’intossicazione da paracetamolo.
I limiti degli integratori di glutatione riguardano la biodisponibilità di questa molecola, decisamente bassa.
Per migliorare la biodisponibilità si ricorre a glutatione liposomiale, cioè glutatione inserito in liposomi in grado, almeno teoricamente, di attraversare l’apparato digerente ed essere assorbiti nell’intestino.
Un’altra strategia è quella di somministrate acetilcisteina (o N-acetilcestina), un derivato della cisteina e precursore del glutatione, oltre che principio attivo di diversi farmaci mucolitici come Fluimucil® e Rinofluimucil®.
Controindicazioni del glutatione
Il glutatione non presenta particolari controindicazioni o effetti collaterali.
Eventuali reazioni avverse potrebbero verificarsi a dosaggi elevati o protratti nel tempo, dunque meglio non superare le dosi indicate sulle confezioni degli integratori.
Poiché non esistono sufficienti dati in merito, l’uso di glutatione puro negli integratori è sconsigliato in gravidanza e allattamento. In caso di patologie o terapie farmacologiche, meglio chiedere parere al proprio medico prima di ricorrere a integratori di glutatione.