Grano Senatore Cappelli, cos'è e come è nato

Sempre più spesso si vede negli scaffali la pasta fatta con il grano Senatore Cappelli, presentato come uno dei grani antichi tradizionali made in Italy. Scopriamo meglio la sua storia e le sue proprietà.

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Cos'è il grano Senatore Cappelli

Quando si sente parlare di grani antichi made in Italy, salta sempre fuori un nome: il grano Senatore Cappelli. Si tratta di una varietà di grano duro (quello usato per la pasta, per intenderci). È stata la più diffusa in Italia a partire dagli anni Venti e Trenta, l’epoca della battaglia del grano voluta dal regime fascista, fino agli anni Sessanta.

 

Da allora, però, è stata soppiantata da altre varietà ritenute più produttive. Complice la sempre maggiore attenzione verso un’alimentazione sana e autentica, il grano Senatore Cappelli è stato riscoperto di recente: è apprezzato non soltanto per il suo valore storico, ma anche per le sue ottime qualità organolettiche e proprietà nutrizionali.

 

Perché il grano Senatore Cappelli si chiama così

Ma perché questo nome così particolare? Chi era il Senatore Cappelli? Per dare una risposta a questa domanda dobbiamo tornare indietro fino ai primi del Novecento.

 

Come racconta il chimico Dario Bressanini, Raffaele Cappelli, all’epoca deputato, invitò il genetista agrario Nazareno Strampelli a effettuare delle semine sperimentali nei campi di sua proprietà, in Puglia. Fu lì che Strampelli, a partire dalla varietà tunisina Jean Rhetifah, nel 1915 selezionò questa particolare cultivar di grano duro. La battezzò nel 1923 con il nome di Cappelli, nel frattempo divenuto senatore.

 

Chi era Nazareno Strampelli

Anche se oggi il suo nome è noto prevalentemente agli appassionati, Nazareno Strampelli fu uno dei più grandi genetisti agrari della storia italiana. Marchigiano, iniziò ai primi del Novecento a cercare metodi per migliorare la qualità e la produttività del frumento, senza però essere a conoscenza delle leggi sulla genetica elaborate da Gregor Mendel.

 

All’epoca l’approccio che andava per la maggiore era il selezionismo e prevedeva appunto di isolare le piante migliori per conservare le loro caratteristiche. Strampelli invece optò per il metodo opposto: incrociare specie diverse per portare avanti i tratti genetici migliori di ciascuna di esse (ibridismo). 

 

Per questo Nazareno Strappelli dedicò anni a cercare varietà da ogni angolo del Pianeta, inclusa appunto quella tunisina che fu la capostipite del grano Senatore Cappelli. Questo fu il suo maggiore successo, ma non l’unico: nel suo curriculum ci fu anche il grano Ardito, usato dal regime fascista per incrementare la produttività nazionale in sostituzione del Rieti.

 

Origine del grano Senatore Cappelli

Il grano Senatore Cappelli dunque ha tagliato da poco il traguardo del secolo di storia. Pur essendo oggi considerato come un simbolo del made in Italy, in realtà nasce da un frumento duro di origine tunisina, il Jean Rhetifah appunto.

 

Di sicuro è italianissima la sua storia. Essendo molto più produttivo, infatti, venne definito come “razza eletta” e soppiantò le varietà precedenti fino a diventare preponderante nei campi italiani, soprattutto tra Basilicata e Puglia. Questo strapotere durò fino agli anni Cinquanta-Sessanta, quando venne sostituito da altre cultivar dalle rese ancora più alte.

 

Come riconoscere il grano Senatore Cappelli

Le spighe del grano Senatore Cappelli sono scure e molto alte. Sono quindi suscettibili al rischio di allettamento: ciò significa che, per il vento e la pioggia, capita che si ripieghino su sé stesso fino a terra, per poi ricrescere curve. La pasta fatta con questa cultivar ha un sapore intenso e aromatico che resta in bocca anche dopo aver masticato, con sentori di vaniglia e mandorle.

 

Proprietà del grano Senatore Cappelli

Oltre a essere apprezzata per il suo gusto pieno e persistente, la pasta fatta con il grano Senatore Cappelli contiene un glutine dalla struttura più semplice e quindi più digeribile. “Studiando l’alimentazione di chi presenta sensibilità al glutine e manifesta sintomi del colon irritabile come gonfiori, meteorismo e alterazioni dell’aleo, abbiamo verificato che la qualità della pasta ha un ruolo importante”, spiega alla rivista Starbene Maria Cristina Mele, professoressa presso l’università Cattolica di Roma.

 

Attenzione: per chi soffre di celiachia, il glutine resta vietato senza alcuna eccezione. Per chi manifesta una sensibilità non celiaca, invece, consumare abitualmente pastasciutta di buona qualità, fatta con grani antichi, può contribuire a ridurre i sintomi.

 

I più curiosi, dunque, probabilmente a questo punto si stanno chiedendo dove si può comprare il grano Senatore Cappelli. Fino a qualche anno fa poteva essere più difficile reperirlo, ma ormai svariate marche di pasta utilizzano questa farina e lo specificano a chiare lettere nell’etichetta. Per trovarle basta curiosare tra gli scaffali di un negozio specializzato nel biologico, o anche di un comune supermercato ben fornito.

 

Valori nutrizionali del grano Senatore Cappelli

Cento grammi di pasta fatta con grano Senatore Cappelli apportano all’incirca 360 kcal, con circa 73 grammi di carboidrati (di cui meno di 2 grammi sono zuccheri), 1,6 grammi di grassi, circa 12 grammi di proteine e 3,4 di fibre. I valori nutrizionali sono all’incirca gli stessi rispetto a quelli di altre tipologie di pasta secca: le principali differenze stanno nel minore apporto di zuccheri e proteine e nella maggiore quantità di vitamine e sali minerali.  

 

Cos'è la farina Senatore Cappelli

La farina Senatore Cappelli altro non è che la farina fatta con questa particolare cultivar di grano. Trattandosi di grano duro, si utilizza prevalentemente per fare la pasta

 

Curiosità 

Sulla vita di Nazareno Strampelli esiste un film: si chiama L’uomo del grano ed è uscito nel 2010, per la regia di Giancarlo Baudena. A interpretare il genetista italiano è l’attore calabrese Carlo Greco.